Capricci #9

Quali sentimenti spesso si agitano in noi genitori

Corso fondamentale_2​ per una Educazione Responsabile

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“A costo di venire seppellita di critiche apro questa riflessione: perché l’autorità teorica dei genitori di una volta non funziona più? Mi chiedo, a volte un semplice “è così perché lo dico io” non potrebbe venir accettato da ‘sti bambini? Perché a me capita di continuo di inventarmi cose per aggirare il capriccio di mia figlia ma a volte sei semplicemente in ritardo e devi correre al lavoro (dove peraltro il fatto di essere diventata madre non è ben visto) e non hai tempo e mia figlia altrettanto semplicemente non mi ascolta per niente.

All’ennesima sua opposizione o mia richiesta di collaborazione mi dico uffa non potrebbe per una volta fare solo quello che le chiedo senza farmi impazzire o senza far piangere la sua sorellina?” 

Della mia generazione non so quanti si chiedevano “chi comandasse in casa”…e non credo che abbiamo mai avuto tutte queste attenzioni dei genitori in merito ai nostri capricci e ai messaggi che nascondevano, eppure siamo cresciuti abbastanza bene, senza traumi particolari, mentre ora vedo tanti ragazzi maleducati e senza rispetto per la vita e per gli altri. 

Io ad esempio avevo paura del giudizio negativo di mio padre anche se non mi ha mai sfiorato con un dito e non ho mai lanciato piatti perché non mi piaceva il cibo preparato da mia madre, anzi mi ricordo che per non farla rimanere male mangiavo pure la carne che non sopportavo senza far trapelare nulla. In realtà tutto questo lavoro mentale di disinnescare le bombe di capricci che mia figlia semina nell’arco della giornata mi costa taaanta fatica, tanta da chiedermi ogni tanto se sono all’altezza di fare il genitore e di preoccuparmi per il futuro (l’adolescenza). 

Questa difficoltà non l’avevo proprio prevista, e a volte mi sembra di esserne provata soltanto io se mi guardo intorno e osservo le mie amiche con figli. Sì, si lamentano anche loro ma sembra che padroneggino sempre la situazione e non ne soffrano particolarmente. Vorrei solo ogni tanto un po’ di tempo insieme senza discutere per ogni cosa ma purtroppo dura sempre così poco.”

Questo è il commento di una mamma in un gruppo di condivisione online sui Capricci. Attraverso un’analisi di queste parole cercherò di portarti a scoprire quali sentimenti spesso si agitano in noi genitori, nell’affrontare capricci e resistenze dei nostri figli.

Queste parole infatti hanno aperto un dibattito intenso, perché questo è ciò che molti genitori oggi si chiedono. Questo È IL QUESITO del genitore contemporaneo.

Andiamo a vederlo più da vicino.

Ciò che emerge emotivamente è un po’ di RISENTIMENTO nei confronti di questa bambina:

  • “a volte un semplice <e’ cosi perchè lo dico io> non potrebbe venir accettato dasti bambini?” 
  • “e mia figlia altrettanto semplicemente non mi ascolta per niente…” 
  • “all’ennesima sua opposizione…” 
  • “tutto questo lavoro mentale di disinnescare le bombe di capricci che mia figlia semina nell’arco della giornata…”

Mamme tenete a bada il senso di colpa. Anche i genitori possono provare emozioni spiacevoli nei confronti dei figli: è umano e naturale e anche sano.

Il risentimento per i nostri figli, come il rancore, è un sentimento che provano molti genitori. È un’emozione legata alle false aspettative che ci siamo creati come genitori, alla fatica che spesso sentiamo di dover subire, non ha nulla a che fare con l’Amore per loro. 

In un percorso di crescita personale però, come genitore, è importante farlo uscire e guardarlo, trovando le strategie per migliorare una situazione che evidentemente sta consumando troppe energie.

Emerge anche tanta FRUSTRAZIONE mista a ESASPERAZIONE: 

  • “ma perché l’autorità teorica dei genitori di una volta non funziona più?” 
  • “non potrebbe venir accettato da ‘sti bambini?” 
  • “mi capita di continuo di inventarmi cose per aggirare il capriccio di mia figlia ma a volte sei semplicemente in ritardo” 
  • “uffa non potrebbe per una volta fare solo quello che le chiedo senza farmi impazzire”

Non ultime appaiono anche DELUSIONE e AMAREZZA:

  • “non funziona più” 
  • “semplicemente non potrebbe venir accettato da ‘sti bambini” 
  • “mi dico <uffa>”
  • “mentre ora vedo tanti ragazzi maleducati e senza rispetto per la vita e per gli altri.”
  • “tutto questo lavoro mentale di disinnescare le bombe di capricci che mia figlia semina”
  • “questa difficoltà non l’avevo proprio prevista” 
  • “vorrei solo ogni tanto un po’ di tempo insieme senza discutere per ogni cosa” ed è qui che la mia pancia strimpella, è qui che ho individuato l’area su cui lavorare. Ha aperto e chiuso con questa emozione forte.

Un senso di DISORIENTAMENTO pervade tutto il post: 

  • “A costo di venir seppellita di critiche” = mi sento una mosca bianca perchè son tutti contro l’esercizio dell’autorità
  • “si lamentano anche loro ma sembra che padroneggino sempre la situazione e non ne soffrano particolarmente” = ma questi genitori però da che parte stanno esattamente? Non è che mi raccontano di essere contro l’autorità ma poi la usano, visto che hanno tutto sotto controllo? 
  • “della mia generazione non so quanti si chiedevano chi comandasse in casa” = cosa è successo esattamente e quando? 
  • “mi costa tanta fatica, tanta da chiedermi ogni tanto se sono all’altezza di fare il genitore” 
  • “questa difficoltà non l’avevo proprio prevista”.

A un certo punto del suo “sfogo”, questa mamma tenta un“analisi” del Come Eravamo “della mia generazione non so quanti si chiedevano chi comandasse in casa…e non credo che abbiamo mai avuto tutte queste attenzioni dei genitori in merito ai nostri capricci e ai messaggi che nascondono eppure siamo cresciuti abbastanza bene, senza traumi particolari”.

Mia opinione: in realtà un sacco se lo chiedevano, ma non osavano esprimersi per timore di ritorsioni: divieti, castighi, sgridate, qualcuno addirittura botte. Davvero nessun adulto oggi ha mai sentito la sensazione un po’ opprimente si essere “comandato” dai genitori e di non avere grandi possibilità di scelta? Di non avere alcun diritto, né potere di mettere in discussione la loro autorità?

Proprio l’autrice di queste parole, in qualche modo si smentisce:  

  • “io ad esempio avevo paura del giudizio negativo di mio padre.” 

Aveva PAURA, non parla di rispetto e neanche di condivisione, bensì di paura.

Mentre con il padre racconta della paura, nella relazione con la madre trapela il SENSO DI COLPA:

  • “ricordo che, per non farla rimanere male, mangiavo pure la carne, che non sopportavo, senza far trapelare nulla.”
  • “Io l’ho sempre visto come amore verso mia mamma che si fa in 4 per te più che senso di colpa, credo che non voler far soffrire l’altro sia anche amore, non è normale..?”

Sì certo, però un Amore Libero è anche quello che riesce ad esprimere la sua opinione e i suoi bisogni senza paura di ferire l’altro, sapendo di essere accettato. È la confusione tra Amore e Sacrificio. 

Anche noi ci facciamo in quattro per i nostri figli ma non gli facciamo pesare ciò che facciamo per loro, perché fa parte dell’essere adulti occuparsi con cura dei piccoli. Ti arriva il mio ragionamento?

Sono queste emozioni che cerchiamo di eliminare grazie a una educazione/relazione basata sul rispetto, sull’affettività e l’empatia. 

Sono queste emozioni opprimenti che sottostanno a un’educazione autoritaria, sia attivamente che passivamente, che non dovrebbero esistere. 

Certo, molti non sono venuti su tanto male, ma quanti di noi hanno enormi problemi di autostima? Quanti si macerano in seghe mentali assurde, non riescono a prendere decisioni, covano rabbia e rancore che non sanno però incanalare?

Quanti adulti oggi subiscono mobbing, perché non sanno relazionarsi in modo sano con l’AUTORITÀ e quanti bulli abusano degli altri solo perchè hanno un ruolo di potere (parlo dell’ambiente di lavoro, della scuola ma anche in famiglia)?

Quante donne ancora sono vittime di violenza domestica, soprattutto psicologica, perché sentono di non essere “Abbastanza” per sopravvivere senza un uomo accanto? 

Quanti vorrebbero cambiare vita, diventare padroni della propria vita ma non hanno il coraggio di farlo, anzi non sanno proprio da che parte iniziare?

Quanti vivono sotto l’oppressione costante del giudizio altrui, HANNO PAURA DEL GIUDIZIO ALTRUI (come la mamma del post, da bambina, aveva PAURA del giudizio del padre), addirittura di persone che non conoscono, che passano per strada?

Ci sono schiere di mamme che non riescono ad affrontare serenamente il “capriccio” del figlioletto al supermercato perchè la signora alla cassa le sta guardando o ha fatto un commento spiacevole e invece di mandarla a quel paese e dirle di farsi i fatti suoi e occuparsi dei bisogni del figlio, vanno nel panico facendo degenerare ulteriormente la situazione.

Ecco… non avremo subito GROSSI TRAUMI ma intanto ci bastano questi piccoli qui, ad avvelenare intere giornate e incrinare le relazioni.

E quindi? Quello che cerco di fare da anni con Educazione Responsabile e l’aiuto di tanti professionisti che condividono questo approccio, è proprio quello di trasmettere una Cultura Educativa e Relazionale Consapevole e Rispettosa.

CONSAPEVOLE = Cosciente o informato di un fatto o di una situazione (e dei loro possibili sviluppi).

Se ho la possibilità di conoscere “come FUNZIONA” un bambino e sono in grado di riconoscere gli stadi principali della sua evoluzione:

  • non mi aspetto che risponda agli stimoli come un adulto, 
  • non mi aspetto un controllo che ancora non ha sviluppato, 
  • non la prendo sul personale per alcune risposte o reazioni. 

Allo stesso tempo, se imparo come funziona il meccanismo umano rispetto alle emozioni posso:

  • allenarmi a entrare in contatto con le mie sensazioni, 
  • non rimanere sopraffatto dai pensieri, 
  • riconoscere, osservare e affrontare le emozioni, 
  • evitando di scattare di collera appena qualcosa non gira per il verso che avevo immaginato (aspettative).

Sapere come funziona un bambino però significa anche sapere che il bambino ha bisogno di limiti, per questo, nel prossimo contenuto, ti racconterò la mia esperienza personale, intima e faticosa, di un bimbo tenace e vivace: Leo

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